giovedì 28 aprile 2011

Geologia e Vino - Termini generali

L’Italia rappresenta una dei maggiori produttori al mondo di vino, sia per quanto riguarda la qualità sia per quanto riguarda la quantità, raggiungendo negli ultimi tempi, la vetta della classifica in entrambi i casi.
In Italia il vino è una delle basi delle abitudini alimentari, anche se negli ultimi anni, si è assistito ad una diminuzione del consumo pro-capite, indirizzando la produzione verso la qualità. Contemporaneamente a questo è aumentato l’interesse, con riscontro commerciale, verso prodotti con provenienza geografica definita. Il valore del contesto territoriale di provenienza, sta acquisendo nel mondo dell’enologia uno spazio in primo piano, in linea con la necessità di valorizzazione e tutela dell’ambiente naturale. Questo è testimoniato dal fatto che numerosi vini (Chianti, Pantelleria, Torgiano, Barolo, ecc.), derivano il proprio nome da località geografiche ben definite, portandole a rappresentare un marchio di alto valore economico da custodire e sviluppare.

mercoledì 13 aprile 2011

Cambrugiano

Il primo dei vini di cui vogliamo parlarvi, è il Cambrugiano di Cantine Belisario. E' un vino romantico, chiuso, non sucramente beverino, ma contiene tutte le caratteristiche della piccola D.O.C. da cui proviene: Matelica ed il suo Verdicchio. Questo piccolo comune marchigiano, si trova a poco più di 350 m s.l.m., lungo la Valle dell'Esino, allungata N-S.
Noi pensiamo che sia perfetto per una cena a due, per far innamorare il partner con i suoi profumi: ma non aspettatevi profumi da boutique: stiamo parlando di quell'odore tanto caro a Ligabue!?..
E' un bianco vestito di rosso (cosè lo definisce l'enologo che ne è il padre). Chic, country chic, del tipo inglesi in campagna: maglioni sdruciti e scarpe consumate e giacche di tweed, tanto tweed!! Perchè se è vero che il sauvignon è la seta dei vini bianchi, allora il verdicchio di Matelica è un fantastico donegal.
Vi potrà sembrare complicato, ermetico, bisbetico, ma è estremamente affascinante, come un romanzo russo!
Provatelo: è un obbligo per chi non lo conosce; così come rincontrarlo perchè ogni volta ne scopri un pezzetto in più.

Vallarom

Vallarom è una azienda di Avio, Trento. Produce qualcosa come 50000 bottiglie l'anno, niente a che vedere con i colossi del vino. Coltivano 8ha dei vitigni tipici trentini, in un terroir caratterizzato da paleofrane detritiche su terrazzamenti fluviali. Produce vini biologici, nel senso logico che questa affermazione può avere: cercano, per quanto possibile, di fare il vino più in campagna che in cantina. Abbiamo bevuto il Pinot Nero, lo Chardonnay, ed il Campi Sarni. Tutti vini interessanti, abbastanza equilibrati, e si bevono bene. Non sono impegnativi prodotti da degustazione, anzi si mettono all'ombra di una bella serata tra amici (come quella in cui li abbiamo bevuti). Sono come quei programmi TV di sottofondo, quelli che metti soltanto per avere un pò di luce dalla parte del televisore, che nessuno guarda, ma che ad un certo punto raccolgono l'attenzione di tutti. Di solito succede che qualcuno dice "ma che stiamo vedendo?", e da lì tutti interessati. Questi vini sono lo stesso, chiacchieri, mangi, ridi, bevi, discuti; poi uno dice "che vino è questo?" e tutti cominciano a dire, "beh però è buono?!"..
Peccato per i prezzi, un pochino sopra al valore reale, che vanno dai 16-19 euri!!

Brunello di Montalcino Le Potazzine

Un cameriere dal nome curioso, Santolo, dell'albergo dove alloggiavamo, ci ha consigliato una vineria con cucina, in pieno centro a Montalcino: Le Potazzine, la vineria della cantina. Abbiamo bevuto il Brunello 2006 ed il 2004. I vini vengono prodotti in due diversi appezzamenti di circa 5 ha totali, uno esposto a SE, a 500m s.l.m., l'altro a SO più basso in quota. Noi non conscevamo questa cantina, sebbene sia nominata anche da Wine Spectator e altre autorevoli riviste: non che ci interessino i consensi conseguiti, almeno non più del nostro. Sono vini buoni, fatti bene, con prezzi nella norma (il Brunello è un prodotto maledettamente costoso). Il primo, soprattutto è assolutamente nelle nostre corde, un vino perfetto da picnic con finocchina e pane sciapo, profumato, vellutato, bello rotondo. Sembra un film di Ben Stiller, tipo Zoolander: strambo, divertente, figo, per certi versi irriverente verso il modo necessariamente cool del fashion business. Il Brunello 2006, è lo Zoolander dei Brunelli! Li prende in giro, facendo divertire chi lo beve, anche con un po' di ruffianeria.
Del Riserva 2004, possiamo parlare poco, lo abbiamo soltanto assaggiato senza godercelo troppo, è più impegnativo e ci siamo promessi di tornare per bagnarci un bel peposo!

Franciacorta Bosio

L'azienda agricola Bosio, viticoltori in Franciacorta, sintetizza la sua filosofia aziendale, nel sito, in un modo un po', diciamo così, classico: "la passione per la terra, il rispetto per l'ambiente, la voglia di innovare, sono i valori che ci contraddistinguono". I vigneti di proprietà (una ventina di ettari) sono posti su suoli di origine morenica (come gran parete della zona collinare della provincia di Brescia), disposti con morfologia collinare, e sono essenzialmente Chardonnay, Pinot Noir e Bianco, oltre che Barbera, Nebbiolo, Cabernet S. e Merlot per i rossi.
Contrariamente allo slogan che identifica la mission aziendale, i vini che produce, sono tutt'altro che banali : abbiamo bevuto un Franciacorta Brut ed un Saten.  Ci è piaciuto moltissimo il Saten (100% chardonnay), con perlage finissimo, rotondo, morbido, profumato di vaniglia. E' perfetto a tutto pasto: noi, smargiassi, ci abbiamo abbinato anche un delicatissimo stinco di maiale (Fabietto è sempre Fabietto, ndAa.); la sapidità e il profumo di lieviti, prendevano perfettamente il posto di una Weiss.
Un vino trentenne, ma non rampante, che conosce il mondo per quel poco che ha vissuto, ma già gli basta per sperare di cambiarlo: infinitesimamente, s'intende!?..

bevete piano amichette...

About wine crooner..

crooning non è un genere musicale specifico, ma piuttosto è un modo di cantare, di interpretare la musica, in chiave confidenziale, melodica, sussurrata. Bin Crosby, Frank Sinatra, Tony Bennett...
..in questi post parleremo del vino, come i crooner cantavano le loro canzoni.
Noi non siamo tecnici del vino, cioè non abbiamo una formazione scientifico/tecnica, sebbene alcune nozioni base, sono state indispensabili in passato per poter affrontare questo mondo così articolato, complesso e spesso complicato. Noi siamo degli amatori del vino [quando ho smesso di giocare a calcio, ho continuato ad allenarmi con una squadretta di amici che partecipava al cosiddetto "torneo amatori". Ecco la parola amatori, la intendiamo proprio in questo modo; noi non pratichiamo il vino a livello agonistico, lo facciamo per piacere, e per tenerci in forma!?].
Certo, non si può dire che i crooner erano degli amatori della musica, loro erano superprofessionisti, ma noi riprenderemo da loro quel modo (almeno apparentemente) soft, low profile, understatment, di proporsi al pubblico.
Parleremo dei vini che incontriamo, in via confidenziale, come si parla a tavola tra amici, senza troppi sofismi tecnici (che non ci competono, e che spesso ci annoiano), puntando in via definitiva al succo: "ci piace" o "non ci piace".